Lo stalking può nascere come complicazione di una qualsiasi relazione interpersonale, è un modello comportamentale che identifica intrusioni costanti nella vita pubblica e privata di una o più persone in un crescendo che può evolvere da minacce, scritte e verbali, ad aggressioni fisiche fino all’uccisione della vittima. Le condotte tipiche dello stalking configurano il reato di “atti persecutori”, introdotto dalla legge 23 aprile 2009, n°38 ed inserito nel l’articolo 612-bis del codice penale italiano. Il centro vuole essere un punto di incontro in cui poter parlare e affrontare tematiche che per il reo non sono ancora state prese del tutto in considerazione e sulle quali si desidera fare un percorso per poter rendere la persona più consapevole e meno a rischio di recidiva. Oltre a colloqui individuali effettuati da professionisti con cadenza settimanale o quindicinale, il centro propone gruppi terapeutici con obiettivi differenziati e specifici a cui i soggetti parteciperanno e dove si potranno confrontare con altre persone che hanno commesso lo stesso reato. Difatti, la possibilità di discutere tra pari di tematiche comuni aumenta l’efficacia dell’intervento clinico proposto. Il percorso di attività cliniche, sia gruppali che individuali, sono comunemente volte alla prevenzione del rischio di recidiva del reato attraverso l’apprendimento di strategie comportamentali (sia sociali che metacognitive) spendibili nel contesto di appartenenza e che aumentino l’autoefficacia personale del reo.

  • Interventi volti al miglioramento della competenza emotiva e della gestione dell’impulsività
  • Interventi volti al miglioramento della competenza metacognitiva
  • Interventi volti al miglioramento della competenza sociale
  • Interventi volti alla riduzione del rischio di recidiva.

Una parte del centro si concentra inoltre sull’osservazione e sullo sviluppo di tecniche cliniche per il rischio di recidiva per quello che riguarda anche altri reati.

Vengono infatti trattati anche autori di reati sessuali su minori e donne e temi riguardanti la pedopornografia. Ogni soggetto, dopo una valutazione iniziale, potrà essere seguito in modo attento e preciso con un programma dettaglio per quello che concerne il suo reato specifico. Dal punto di vista psicologico ed emozionale, i sintomi più comunemente riportati dalle vittime di stalking sono paura, ansia, rabbia, sensi di colpa, vergogna, disturbi del sonno, reazioni depressive con sensazioni di impotenza, disperazione, paura e comparsa di ideazione suicidaria. Sul piano della salute fisica si riscontrano invece disturbi dell’appetito, abuso di alcool, insonnia, nausea e aumento nel consumo di sigarette. Subire stalking porta ad un elevato livello di stress, ansia e paura costante, uno stato di ipervigilanza. Si perde l’autostima, la fiducia nel rapporto: la vita sociale della vittima viene compromessa. Un disturbo che può nascere dall’aver vissuto un evento traumatico è il PTSD (disturbo post traumatico) che porta la vittima ad isolarsi, a ridurre l’interesse per le attività sociali, a distaccarsi emotivamente dall’ambiente riducendo l’affettività e le prospettive future. L’ambiente accogliente aiuta le vittime a sentirsi più sicure ed ascoltate ed ad instaurare pian piano un rapporto di fiducia con i terapeuti. Essenziale per iniziare un percorso è effettuare una psico-educazione sullo stalking in modo da rendere coscienti e consapevoli le vittime non solo sul reato, ma anche sulle possibili reazioni dello stalker e quelle proprie della vittima. Recuperare l’autostima riducendo il senso di impotenza è la prima cosa da fare. Questo percorso può essere effettuato in gruppo per poter uscire dall’isolamento sociale, in quanto la partecipazione ad un gruppo ha molteplici potenzialità riconosciute anche dalla letteratura scientifica.

Il gruppo può infatti favorire:

  • un maggior senso di condivisione delle proprie problematiche;
  • l’opportunità di confronto e di ascolto empatico;
  • un miglioramento delle proprie risorse relazionali;
  • una maggiore consapevolezza di sé e un incremento dell’auto-accettazione e dell’autostima.

Nel gruppo sarà possibile confrontarsi sugli aspetti traumatici e sulla comprensione dei vissuti emotivi conseguenti alla relazione violenta e sulla comprensione dei diversi stili di relazione.